GAZ-24 «Volga»

Quando è stato il momento in cui l’automobile si è trasformata da un bene di lusso in un mezzo di trasporto? In Occidente è successo, probabilmente, tra gli anni ’70 e ’80. Ma non in URSS, dove nello stesso periodo una auto privata è sempre stata una grande rarità. Ciò è dovuto, principalmente, ai seguenti fattori:
1) economia pianificata specializzata nei settori militare e spaziale;
2) i prezzi delle auto esagerati: quella meno cara, la Zaz-968, costava 6000 rubli. Mentre lo stipendio medio era di 180 rubli, almeno 70% dei quali servivano per l’acquisto dei beni di prima necessità;
3) non a tutti era permesso di avere una macchina propria (e comunque non più di una).
Pure le macchine distribuite dallo Stato ai disabili di varie categorie erano pochissime: meno di due milioni in tutta la storia dell’URSS. Quindi se provate a vedere le fotografie delle città russe scattate prima della metà degli anni ’80, sappiate che la maggior parte delle macchine inquadrate sono aziendali (quindi statali). E almeno la metà di queste sono le GAZ-24 «Volga».

Questa macchina è piuttosto anomala per vari motivi. Prima di tutto perché è stata progettata interamente in Russia. Infatti, il design e tutta la parte meccanica, al contrario della maggior parte delle auto russe di quegli anni, non sono stati copiati da alcun «prototipo» occidentale.

A produrla, dal 1969 al 1992, è stata la GAZ, una casa automobilistica di Nizhniy Novgorod (ovest della Russia). La GAZ si è sempre specializzata nella produzione di veicoli commerciali (camion e pullman di varia portata), ma dal 1956 al 2010 ha affiancato alla propria attività principale la produzione di un modello di berlina. La seconda berlina della sua storia (la GAZ-24 Volga, appunto) rientrava nella tendenza diffusa in quasi tutto il mondo a imitare lo stile automobilistico americano. Quindi non era una macchina piccola, le sue dimensioni erano: lunghezza 4735 mm, larghezza 1800 mm, altezza 1490 mm. Pesava 1420 kg.

L’unico difetto pratico di questo design era la profondità eccessiva (0,95 metri) dello spazio non visibile davanti (dal posto di guida). In compenso, il guidatore era in grado di controllare a vista tutti e quattro angoli esterni della vettura: questa caratteristica era considerata un grande pregio all’epoca. Ma lo spazio enorme davanti era occupato dal motore (in seguito prestato alla RAF-2203).
Il modello GAZ-24 «Volga» veniva prodotto con due motori diversi: L4 da 95 CV (cilindrata 2445) e V8 (cilindrata 5445, cambio automatico). Il secondo veniva montato solo su alcune versioni «speciali» (e poche) della macchina, quindi vi dico l’essenziale del primo: era fatto in alluminio con elementi in ghisa, cilindri da 92 mm, funzionamento garantito fino a 300mila chilometri. La velocità massima della macchina con questo motore era di 145 km/h, l’accelerazione fino ai 100 km/h in 20 secondi, consumi 13 litri per 100 km. Il serbatoio da 55 litri (benzina raccomandata da 93 ottani).

All’interno la macchina era spaziosa e, da un certo punto di vista, anche confortevole. Il sedile anteriore era unificato. L’indicatore della velocità inizialmente non aveva la freccia, ma una corda colorata che si spostava in orizzontale (come sulle vecchie radio). Il volante è sempre stato di un diametro notevole.

A questo punto devo precisare che in 23 anni di storia la macchina è stata costantemente aggiornata in tutti i suoi aspetti senza mai cambiare il nome. Quindi bisogna studiare molto bene ogni singola vettura per poter dire con precisione in quale anno sia stata prodotta. Per esempio: già prima del 1975 hanno diviso i sedili anteriori (a causa della introduzione delle cinture di sicurezza) e modificato l’indicatore della velocità (introdotta la freccia che gira).

Mentre la parte posteriore degli interni non è cambiata. Era abbastanza comoda; l’unico problema è rappresentato dalle portiere posteriori, considerate da molti troppo basse.

A proposito delle portiere: tutte avevano le tritacarne manuali incorporate.

Il vano bagagli era voluminoso (700 litri) ma un po’ scomodo: molto profondo in orizzontale, mentre in altezza la profondità aumentava andando dal lato esterno verso i sedili. Per questo motivo anche la posizione della ruota di scorta era piuttosto scomoda. Inoltre, vi faccio notare che i catarifrangenti sulle prime versioni (fino al 1977) erano posizionati al di fuori delle luci posteriori e si trovavano più verso il centro.

La parte più riconoscibile della GAZ-24 «Volga» è, probabilmente, la rete del radiatore. Mentre il paraurti ha avuto, nei periodi diversi, una striscia in gomma orizzontale (per proteggere la cromatura in caso di uno scontro leggero) ed i due «denti» verticali (con una funzione poco nota). Ma l’aspetto più tradizionale della parte anteriore della macchina è quello che vedete sulla foto.

Queste macchine potevano essere verniciate in uno di venti colori disponibili, i più diffusi dei quali erano il bianco e il nero. Le «Volga» bianche erano molto popolari tra gli artisti famosi (per la gente normale le «Volga» erano quasi inaccessibili in quanto le più care tra le auto in vendita). Mentre le «Volga» nere erano utilizzate prevalentemente dai funzionari e dirigenti di medio livello, dai servizi segreti, delle scorte dei funzionari e dirigenti di alto livello… Il nome della macchina era scritto da tutte le parti, sempre in maniera diversa. A lati, per esempio, la scritta aveva il seguente aspetto.

Mentre la versione per l’esportazione aveva le scritte in lettere latine. A questo punto posso sottolineare che per la GAZ-24 non erano previste delle «opzioni» aggiuntive, ma sulla versione «base» venivano montate alcune cose considerate, all’epoca, opzionali in Occidente.

Il design esterno è stato scelto tra due varianti. Quello scartato secondo me era decisamente peggio:

Come ho già detto sopra, l’aspetto esterno della macchina è stato soggetto a una continua evoluzione. Nei primi anni ’90, ormai verso la fine della sua produzione, la GAZ-24 «Volga» aveva il seguente aspetto (faccio notare la rete del radiatore in plastica e le maniglie «sicure» ma scomode).

Oltre ai casi che ho menzionato sopra, la «Volga» era utilizzata tanto anche dalla polizia («Milizia» fino al 28 febbraio 2011). Ovviamente i servizi segreti preferivano le macchine nere senza alcun segno distintivo, mentre gli sbirri comuni giravano con le «Volga» dipinte in questo modo:

Inoltre, fino ai primi anni ’90 la «Volga» è stata l’unica macchina utilizzata in URSS come taxi. La maggior parte dei taxi sovietici (circa 95%) era di colore giallo chiaro. A volte capitavano i taxi di colore bianco o nero. Il padre di un mio amico d’infanzia era l’unico tassista di Mosca a lavorare su una «Volga» grigia.

E poi esisteva la versione cabrio, ma veramente introvabile perché non prodotta dalla GAZ ma costruita in un modo quasi artigianale dalle officine specializzate (a volte clandestine) su richiesta di qualche istituzione o privato.

Inoltre, esisteva anche la versione della GAZ-24 «Volga» a cinque porte (prodotto ufficiale della fabbrica), ma molto meno diffusa di quella a quattro. Vederla in giro era abbastanza difficile.

Da dietro potrebbe sembrare un carro funebre…

All’interno aveva molto spazio: i sedili abbassati formavano una superficie quasi piatta, comoda per trasportare i carichi voluminosi.

Sì, avete visto bene: questa versione della «Volga» era a sette posti e aveva i sedili disposti in tre file. Il che si vede bene su questo schema:

Questa «Volga» veniva a volte utilizzata anche come ambulanza. Devo dire che io una ambulanza del genere l’avrò vista solo due o tre volte nella mia vita: era una grande rarità. In effetti, non sono nemmeno riuscito a trovarne una foto a colori, quindi accontatevi di questa:

La versione in miniatura della GAZ-24 era una delle più apprezzate perché riproduceva in un modo molto dettagliato l’originale (il produttore sovietico/russo migliore faceva pure la versione con tutte le portiere e i cofani apribili).

Beh, nonostante la tradizione creatasi questa volta non vi faccio vedere le «Volga» elaborate. È che rischio di stancarvi troppo. Magari un’altra volta…

I commenti sono chiusi.