Le ambulanze sovietiche: la storia della loro evoluzione

Da tempo volevo scrivere un bel articolo riassuntivo che elenchi tutte le ambulanze di produzione sovietica e le loro particolarità più importanti. I professionisti e gli appassionati più preparati avrebbero probabilmente preferito una serie di articoli dettagliati dedicati a ogni singolo modello di ambulanza, ma io ho pensato che fosse meglio iniziare dal fornirvi un quadro generale: anche per mostrare come è evoluto il servizio delle ambulanze sovietiche nel corso del XX secolo. Più avanti, se riesco, scrivo degli articoli più estesi sulle singole ambulanze più interessanti. Nel presente articolo, intanto, aggiungo i link alle descrizioni dei modelli-base (delle auto trasformate in ambulanze) che mi è già capitato di pubblicare.
Il racconto sulla storia automobilistica delle ambulanze sovietiche può – e forse deve – partire da una nota molto sintetica sulla loro preistoria. Nell’Impero russo il servizio di ambulanza comparve nel 1897, quando a Varsavia fu aperta la sua prima stazione. Un anno dopo, il 28 aprile 1898, il servizio di ambulanze fu istituito, per l’ordine del capo della polizia cittadina, a Mosca. Successivamente, furono aperte le stazioni a San Pietroburgo e Odessa. Le ambulanze dell’epoca, però, furono ancora delle carrozze trainate a cavallo. Le prime automobili, invece, vennero adottate solo nel 1907, quando la fabbrica automobilistica di Petr Frese presentò, al Salone internazionale dell’automobile a San Pietroburgo, le proprie ambulanze costruite una sul telaio Renault e l’altra sul telaio Lorraine-Dietrich. Purtroppo, nelle fonti a me accessibili non si trova alcuna immagine di quelle due macchine.
Nel 1913 a Mosca comparve la prima ambulanza progettata dal dottor Vladimir Pomortsev e prodotta dalla fabbrica automobilistica di Petr Ilyin sulla base del telaio de La Buire 25/35. Quella automobile fu adatta sia al trasporto dei pazienti che alla assistenza chirurgica. Le automobili di quel modello furono poi acquistate dal Ministero della Guerra e diventarono le prime ambulanze dell’esercito imperiale russo:

La suddetta ambulanza fu dotata di una tenda nella quale si poteva allestire una infermeria da campo con otto letti e una sala di medicazione chirurgica. A bordo poteva essere trasportata una scorta una scorta di medicinali per 1000 medicazioni di ferite e fino a 150 interventi chirurgici.
Lo sviluppo successivo delle ambulanze nella Russia prerivoluzionaria fu condizionato prevalentemente dalla Prima guerra mondiale: per la veloce evacuazione dei feriti vennero spesso utilizzati dei furgoni coperti con la tela e, all’interno, con quattro barelle posizionate su delle speciali sospensioni ammortizzate. I ritmi di produzione di quei furgoni furono, comunque, molto bassi.

Nei primi anni dopo le rivoluzioni del 1917 vennero utilizzate le automobili dell’epoca zarista o quelle ottenute in qualità di trofei di guerra nel corso della Prima guerra mondiale. I pazienti dovettero solitamente recarsi in ospedale con le forze proprie, in quanto le pochissime ambulanze esistenti furono riservate alle emergenze più gravi. A partire dal 1926, tuttavia, i medici sovietici ricominciarono a recarsi, come all’epoca zarista, a domicilio dei pazienti che ne avessero bisogno: prima in biciletta o in moto, poi in auto. Pure il servizio di ambulanza di Mosca, relativamente ben finanziato (rispetto alle altre zone dello Stato), si trovò nella situazione di una sempre più grave carenza di auto ancora funzionanti: fu sempre più evidente che il solo impiego dei «rottami» prerivoluzionari avrebbe portato presto alla disintegrazione del servizio. Di conseguenza, nel 1925 fu promossa la produzione di una modifica del camion AMO-F-15 destinata al servizio di ambulanza.

Preciso che l’AMO-F-15 (prodotto dal 1927 al 1931) è il primo modello sovietico della fabbrica automobilistica moscovita istituita nel 1916, nazionalizzata il 15 agosto 1918, chiamata ZiL a partire dal 1956, sempre specializzata nella produzione di camion e di limousine istituzionali e chiusa, di fatto, nel 2013. Il modello menzionato, in particolare, è una versione dell’autocarro FIAT 15 Ter adattato alle condizioni stradali russe: la sua produzione fu legalmente concordata ancora all’epoca zarista dai proprietari originali (quelli privati) della fabbrica moscovita.
Un camion, anche se modificato, non ebbe però il comfort e l’affidabilità che già in quegli anni ci si aspettava da una ambulanza. Quindi almeno per la città di Mosca furono acquistati alcuni esemplari della Mercedes 15/70/100. Si sa che sono rimaste in funzione fino alla fine degli anni ’30. Nelle altre città sovietiche non vi furono abbastanza pazienti che avessero meritato una macchina del genere…

Siccome nel 1932 a Gorki (il nome della città di Nizhny Novgorod ufficialmente adottato dal 1932 al 1990) entrò in funzione una nuova (e dunque moderna) fabbrica automobilistica costruita dagli americani – la GAZ – specializzata nella produzione dei camion e delle importanti automobili civili, apparve scontato a chi affidare la produzione delle nuove ambulanze. Ma, ancora una volta, si trattò di un camion: a essere trasformati in ambulanze furono prima di tutto i GAZ-AA (dei camion da 1500 kg, in sostanza delle copie della Ford Model AA) che diventarono il principale mezzo di trasporto medico del periodo prebellico. Quando prodotti ufficialmente dalla fabbrica GAZ (dal 1938 al 1950), questi camion-ambulanze si chiamarono GAZ-55. Quando, invece, furono i vari laboratori/officine a trasformare i GAZ-AA normali in ambulanze (nello stesso periodo storico), queste ultime non ebbero un nome ufficiale ma tornarono a essere famose nella seconda metà degli anni ’60 grazie a una popolarissima commedia sovietica.

Negli anni della Seconda guerra mondiale, quando ci fu un maggiore bisogno delle auto mediche, queste ultime vennero create anche sulla base dei camion ZiS-5: in questo caso una delle pochissime modifiche del modello base fu il rivestimento dei suoi interni con la paglia al fine di renderli più «morbidi e confortevoli».

Sempre durante la Seconda guerra mondiale venne prodotta l’ambulanza ZiS-44: una modifica speciale del camion ZiS-5V.

Dopo la fine della guerra l’industria sovietica non fu immediatamente pronta a produrre pure le ambulanze moderne o, almeno, produrle in quantità sufficienti. Di conseguenza, la prima mossa fu quella di trasformare le limousine istituzionali ZiS-101 usate (il modello fu prodotto dal 1936 al 1941) in ambulanze civili seguendo il loro abbandono progressivo da parte dei vari organi dello Stato. Dal punto di vista strutturale, questa limousine non fu l’auto ideale per svolgere il nuovo ruolo affidatole: prima di tutto perché lo sportello posteriore fu un po’ scomodo per il caricamento della barella. Ma, comunque, in totale furono trasformate in ambulanze circa 50 esemplari della ZiS-101. Il principale pregio di queste ambulanze fu una alta velocità (per quei tempi) resa possibile dal motore da 5750 cm3 e 140 CV (però «beveva» circa 27,5 litri di benzina per 100 km).

La prima ambulanza sovietica normale, cioè una auto civile progettata e prodotta in qualità di una ambulanza già dalla fabbrica, fu, nel secondo dopoguerra, la ZiS-110A. Si trattò di una apposita versione del modello «110» che dal 1945 al 1961 fu prodotto in qualità di una limousine istituzionale. A differenza del modello precedente (quello trasformato in ambulanza quasi artigianalmente), la ZiS-110A ebbe la portiera posteriore intera apribile verso l’alto, permettendo dunque di caricare la barella più comodamente e velocemente. A lati della barella rimaneva dello spazio per il materiale medico.

A partire dalla fine degli anni ’40 alle strutture mediche sovietiche vennero inoltre fornite le Moskvich-400. Tale modello (prodotto dal 1946 al 1954) fu troppo piccolo per il trasporto dei pazienti in barella, ma venne largamente utilizzato per altri scopi: per esempio, per le visite dei pazienti a domicilio da parte dei medici. Negli anni ’50, dunque, le sagome gibbose di queste auto si vedevano facilmente davanti a moltissimi ospedali. Allo stesso tempo, la Moskvich-400 fu la prima auto sovietica prodotta in serie a essere venduta ai privati: l’unico modo di distinguere una auto privata da quella medica fu controllare la presenza delle croci rosse e delle scritte laterali e del faro con una croce rossa sopra il parabrezza. Tutto il resto, l’abitacolo compreso, fu identico.

In realtà, si può dire che quasi tutti i modelli delle auto prodotte nell’URSS a partire dalla fine degli anni ’40 ebbero le loro versioni «mediche». In alcuni casi quelle versioni venivano prodotte in serie dalla fabbrica-produttrice del modello base. In altri casi, invece, i modelli «normali» prodotti venivano trasformati – quando ancora nuovi, appena usciti dalla fabbrica – in ambulanze da laboratori medi o piccoli, a volte anche piccolissimi. Per esempio, in entrambi i modi veniva prodotta l’ambulanza ZiM-12B (a partire dal 1957 con il nome ZiL-12B). La versione prodotta in serie dalla fabbrica (dal 1951 al 1960) era semplicemente del colore beige chiaro (a differenza del doppio colore utilizzato per le vetture civili) e aveva le cerniere esterne sul cofano del bagagliaio (per fare in modo che si potesse aprirlo a un angolo maggiore). L’ambulanza ZiS/GAZ-12 «artigianale», invece, poteva non avere le due caratteristiche appena menzionate. In ogni caso, la barella entrava e usciva dal bagagliaio (al giorno d’oggi sembrerebbe una scena quantomeno comica), ma provate a immaginare il trasporto di un paziente… ehm… «robusto»…

A causa dell’abitacolo non tanto profondo, poi, su quelle ambulanze la barella doveva essere posizionata un po’ in diagonale, quindi l’operazione di carico/scarico diventava un po’ scomoda. Ma, almeno, di fianco al paziente trasportato rimaneva dello spazio per le due poltrone dei medici.

Le stesse particolarità caratterizzavano un’altra ambulanza prodotta in serie: quella basata sul modello GAZ M20 «Pobeda» (prodotto dal 1946 al 1958).

La barella veniva caricata dal bagagliaio leggermente in diagonale, in modo che la testa del paziente finisse dietro al posto di guida. A destra rimaneva una poltrona per il medico.

I tentativi di creare una ambulanza di dimensioni non esagerate, ma nemmeno troppo ridotte, continuavano dunque a fallire. Di conseguenza, negli anni ’50 non era ancora stata abbandonata del tutto la tradizione di costruire i camion-ambulanze. In quegli anni erano dunque molto diffuse le ambulanze GZA-653 e PAZ-653: due modelli praticamente identici progettati e costruiti sulla base del camion GAZ-51. Tali camion-ambulanze potevano trasportare fino a 4 barelle o fino a 13 pazienti seduti.

All’inizio degli anni ’60 sulla base dello stesso camion GAZ-51 fu costruito un altro automezzo utile. Infatti, in quel periodo nel servizio di ambulanza di Mosca furono organizzate delle brigate specializzate (e a partire dal 1962 una sottostazione speciale): la brigata di cardiologia, creata per aiutare in caso di infarto del miocardio, trasportava immediatamente i pazienti nei reparti specializzati dei principali ospedali moscoviti, «saltando» i reparti di medicina preventiva. Sulla base del suddetto camion fu dunque creato l’autobus GZA-651 (prodotto sempre dalla fabbrica GAZ di Gorky) convertito per le esigenze di emergenza (di fatto, il primo veicolo di rianimazione). Un dettaglio interessante: il paziente veniva trasportato con cautela su ruote semi-abbassate e a una velocità non superiore ai 40 km/h. Questi autobus furono in servizio non solo a Mosca, ma anche a Leningrado.

Il passaggio verso un formato a noi più abituale dell’ambulanza iniziò nel 1958, quando la UAZ avviò la produzione del primo modello proprio: il furgone fuoristrada UAZ-450. Tale modello fu progettato per i Ministeri della Difesa e della Salute e, infatti, la versione UAZ-450A fu proprio una ambulanza prodotta in serie.

I ritmi della produzione del suddetto furgone, e quindi pure della ambulanza, non furono ancora altissimi. Dopo sette anni, nel 1965, quel modello era stato sostituito dalla ben nota a tutti UAZ-452: un modello simile dal punto di vista estetico, ma radicalmente ripensato e semplificato dal punto di vista strutturale. Senza delle modifiche tecniche sconvolgenti – ma sotto i nomi diversi – questa auto viene prodotta ancora oggi! Ma in questa sede ci interessa prima di tutto il fatto che sin dall’inizio le UAZ-452 venivano prodotte anche in versione ambulanza. La UAZ-452A era una ambulanza «normale», mentre la UAZ-452AS era una ambulanza adattata per le regioni più nordiche dell’URSS: entrambe venivano fornite sia al Ministero della Salute (in questo caso si riconoscevano dal colore principale bianco), sia al Ministero della Difesa (in questo caso si riconoscevano dal colore principale cachi scuro tendente al marrone).

Una delle particolarità più curiose delle ambulanze UAZ-452 era la possibilità di caricare fino a quattro barelle e lasciare pure uno spazio per un medico (una caratteristica apprezzata prima di tutto dal Ministero della Difesa). Ma, ovviamente, è sempre esistita anche la versione per una barella e tanta attrezzatura medica.

Nella provincia russa – prima di tutto nelle zone rurali – le ambulanze UAZ sono in uso ancora oggi: prima di tutto per le loro qualità da fuoristrada.

Parlando delle ambulanze utilizzate nella vita quotidiana, non possiamo comunque trascurare il fatto che pure il Ministero della Difesa – quindi il committente di molti progetti di sviluppo nell’ambito automobilistico – aveva bisogno degli automezzi (spesso abbastanza particolari) per il trasporto dei malati o feriti. Tra le auto utilizzate esclusivamente dall’Esercito sovietico e note a noi posso nominare, per esempio, la LUAZ-967 TPK: un anfibio piccolo e leggero, ma progettato appositamente per poter trasportare fino a due barelle con i feriti e un medico. Tale mezzo – prodotto dal 1965 al 1989 a Luck, in Ucraina – era stato concepito appositamente per essere paracadutato nelle zone dalle quali evacuare i feriti.
Ma studiamola con attenzione, in dettaglio.

La seconda «ambulanza» puramente militare è il fuoristrada GAZ-69 prodotto dal 1952 al 1973. Ufficialmente non ebbe una versione «medica», ma sul suo libretto delle istruzioni c’erano dei disegni che illustravano la possibilità di caricare una barella: in sostanza, piegando il sedile anteriore del passeggero e legando la barella alle varie maniglie interne.

Nel frattempo, a cavallo degli anni ’50 e ’60 si era cercato di coprire la carenza delle ambulanze civili anche con le auto d’importazione. Fortunatamente, nella Repubblica Ceca socialista veniva prodotta la Škoda-1201 Sanitka. Le forniture di queste auto erano molto ridotte, ma alcune Sanitka sono rimaste in funzione, nell’URSS, fino agli anni ’80.

I volumi di produzione delle ambulanze sovietiche, nonostante la comparsa della già menzionata UAZ-452, erano ancora insufficienti. Quindi nel 1962 la fabbrica automobilistica lettone «Rīgas Autobusu Fabrika» aveva iniziato a produrre le ambulanze sulla base del proprio minibus RAF-977 «Latvia». Tale versione del modello era chiamata RAF-977I: aveva un dispositivo apposito per il caricamento della barella e, in generale, era l’ambulanza sovietica più confortevole della sua epoca. Veniva prodotta fino al 1969.

Ma nemmeno la RAF riusciva, all’epoca, di produrre una quantità sufficiente delle ambulanze. Il Ministero dell’Industria Automobilistica dell’URSS aveva dunque deciso di soddisfare le richieste del Ministero della Salute anche con le ambulanze costruite sulla base della station wagon GAZ-22 «Volga». Questo modello, prodotto con i nomi di GAZ-22B o GAZ-22BK dal 1962 al 1964 e GAZ-22D dal 1965 al 1970, non aveva certo la stessa spaziosità di un minibus, ma era comunque molto più comodo delle precedenti ambulanze «compatte» sovietiche.

Come avete visto, il portellone posteriore era sdoppiato in orizzontale (a differenza del modello base dove era intero e con l’apertura verso l’alto) per facilitare l’accesso alla barella da tutte le parti. La sezione inferiore del portellone era quella che si apriva per prima.

Accanto alla barella c’era lo spazio per due poltrone dei medici e per la loro attrezzatura, ma pure un tavolino pieghevole.

Nella seconda metà degli anni ’60 al «semplice» problema della carenza delle ambulanze si era aggiunto un dettaglio non del tutto evidente ai miei lettori più giovani: tra i vertici partitici dell’URSS (nel mondo democratico si chiamerebbero vertici statali o vertici politici) la quantità delle persone anziane aveva raggiunto un livello abbastanza alto. Infatti, chi iniziò a fare la propria carriera partitica all’epoca della costruzione dell’URSS e sopravvisse a tale processo storico, ora, negli anni ’60, aveva ormai un naturale bisogno costante della assistenza medica. E, ovviamente, non poteva essere servito dalle ambulanze che abbiamo visto fino a questo momento («… ma alcuni sono più uguali degli altri»). Di conseguenza, era emersa la necessità di creare una ambulanza spaziosa, attrezzata, affidabile, moderna e comoda. Ed è per questo che il Quarto Dipartimento del Ministero della Salute – quello responsabile per la cura dei vertici partitici – aveva ordinato alla fabbrica delle limousine istituzionali ZiL di creare una ambulanza speciale. E la ZiL l’aveva creata sulla base del proprio minibus ZiL-118 «Yunost». Per una serie di motivi questo modello non era mai stato prodotto in serie, ma gli esemplari costruiti non erano nemmeno pochissimi: a partire dalla seconda metà degli anni ’60 le ambulanze ZiL-118 e ZiL-119 (l’evoluzione del modello 118) erano l’attributo immancabile dei cortei governativi.

Queste ambulanze istituzionali erano molto spaziose e attrezzate dentro.

Ma il problema delle poche ambulanze per i comuni mortali non era sparito, quindi già nella fase della progettazione del futuro minibus RAF-2203 (all’inizio degli anni ’70) gli ingegneri della fabbrica di Riga avevano previsto anche la sua versione ambulanza. Il primo esemplare sperimentale era stato presentato nel 1974, dopo un anno era partita la produzione in serie della versione-base del minibus, mentre nel 1977 era partita la produzione in serie della ambulanza RAF-22031. Ed ecco che, finalmente, è successo un miracolo: proprio questa è diventata l’ambulanza più «di massa» di tutta la storia rimanente dell’URSS.

La produzione della ambulanza RAF-22031 era continuata fino al 1987 (quindi per dieci anni) e il modello è diventato il più noto e il più riconoscibile di tutte le ambulanze mai usate nell’URSS. È stato una delle componenti inseparabili del traffico automobilistico sovietico dalla fine degli anni ’70 all’inizio degli anni ’90. Al 99,99%, è la prima auto che viene in mente a una persona che ha vissuto nell’URSS e ora sente l’espressione «ambulanza sovietica».

All’interno di questa ambulanza ci stava tranquillamente una barella, tre poltrone per il personale medico (oltre al posto accanto al guidatore; sulle ambulanze sovietiche viaggiava quasi sempre anche un terapeuta o un chirurgo, oltre ai «semplici» soccorritori e infermieri, anche se molto spesso si trattava di un medico molto giovane o addirittura praticante). A lati, poi, c’era lo spazio per l’arredamento contenente tutto il materiale necessario per il primo soccorso.

Gli ospedali sovietici, però, avevano anche bisogno delle unità mobili di terapia intensiva e cardiaca. In tale ambito è stato utile il contributo della azienda finlandese Tamro, la quale aveva prodotto – dal 1979 al 1987 – delle piccole serie di tali veicoli costruiti sulla base della RAF-22031. Le CMR di produzione finlandese erano facilmente riconoscibili per il tetto notevolmente più alto e la colorazione «vivace». Nel 1989 la fabbrica di Riga aveva tentato di avviare la produzione propria delle macchine di questo tipo, ma per una serie di motivi non era riuscita ad andare oltre la costruzione di alcuni prototipi.

Oltre alla nuova ambulanza per i «pazienti comuni», nei vecchi stabilimenti della RAF era pure iniziato l’assemblaggio – nel 1973 – del famoso «Dottore Nero»: l’ambulanza GAZ-13S «Chaika» destinata a servire i funzionari statali (in effetti, le già menzionate ZiL-118 erano meno numerose dei gerarchi invecchiati.) Come potete vedere dalle foto che seguono, alla fabbrica di Riga la limousine GAZ-13 veniva appositamente trasformata in una station wagon lunghissima: con il tetto notevolmente più lungo rispetto a quello della «limousine-berlina» originale e con il grande portellone posteriore. A differenza delle ambulanze normali, la GAZ-13S aveva mantenuto il colore nero: quello tipico alle auto della nomenclatura sovietica e dei servizi speciali sovietici (questo spiega il soprannome dell’auto che non c’entra alcunché con il razzismo!).

Quando alla fabbrica GAZ la produzione della prima «Chaika» era stata sostituita – nel 1977 – con quella della più moderna GAZ-14, a Riga 5 esemplari di quest’ultima erano state trasformate in un nuovo «Dottore Nero». Due delle nuove ambulanze istituzionali erano state inviate al leader cubano Fidel Castro, mentre le rimanenti tre hanno servito i membri anziani del Politburo del Comitato Centrale del PCUS.

Nel 1985 era poi iniziata la produzione della ultima limousine istituzionale sovietica: la ZiL-41047. Sulla sua base era dunque stata creata anche l’ultima versione del «Dottore Nero», ma in pochissimi esemplari: solo per le cariche massime dell’URSS.

Ma torniamo per un attimo negli anni ’70 e riprendiamo l’argomento delle ambulanze «per il popolo». Nel 1972 alla fabbrica GAZ era partita la produzione del nuovo modello GAZ-24 «Volga», il quale ha avuto anche la versione station wagon GAZ-24-02. Nel caso specifico di quest’ultima, gli ingegneri della GAZ avevano progettato sin da subito anche la 24-02 ambulanza: era stata prodotta dal 1975 al 1987 ed era diffusa nelle città sovietiche quasi quanto l’ambulanza della RAF. C’è da sottolineare anche un aspetto burocratico: proprio in quel periodo era stato regolamentato il colore delle ambulanze civili sovietiche. A partire dai primi anni ’70 dovevano essere tutte di colore bianco o beige chiaro con una striscia rossa orizzontale e delle croci rosse su tutti i lati.

All’interno della ambulanza GAZ-24-02 c’era lo spazio per la barella e due poltrone per il personale medico. La porta posteriore sinistra – accanto alla quale si posizionava la barella – era presente come sulle station wagon normali, ma di fatto solitamente era bloccata.

La già citata azienda finlandese Tamro aveva trasformato in unità di terapia intensiva mobile pure alcune GAZ-24-02. Ma, nel caso di questo modello, non si era limitata ad alzare il suo tetto: aveva dovuto allungarne anche la base. Le CMR del genere erano però state pochissime.

Proprio nel 1987, quanto era cessata la produzione delle ambulanze RAF-22031 e GAZ-24-02, in Armenia era iniziata – per pura coincidenza temporale – la produzione dei furgoni ErAZ-3730. Si intendeva produrne anche la versione ambulanza, ma la fabbrica era ormai in una forte crisi, dunque erano stati assemblati solo pochi esemplari.

Negli ultimi anni dell’URSS gli ospedali sovietici avevano iniziato a ricevere le ambulanze di produzione estera, acquistate in quantità piccolissime. Le poche ambulanze Mercedes-Benz, per esempio, erano più spaziose, più attrezzate e decisamente più affidabili delle diffusissime RAF-22031. Dopo il crollo dell’URSS, l’acquisto dei veicoli stranieri era rimasto l’unica soluzione per la Russia di allora: la flotta delle RAF-22031 era ormai composta da veicoli fisicamente degradati, mentre le fabbriche automobilistiche russe non producevano delle macchine utilizzabili in qualità di ambulanze (a eccezione della immortale UAZ-452). Si era disperatamente tentato di convertire qualche modello esistente… Per esempio, sulla base della Moskvich-2141 «Aleko» si era tentato di costruire l’ambulanza Moskvich-2901, ma si è rivelato presto un fallimento tecnico.

Si era anche tentato di continuare a costruire le ambulanze sulla base delle station wagon delle nuove GAZ «Volga» come, per esempio, la GAZ-31023 (prodotta dal 1992 al 1997)…

… oppure sulla base della VAZ-2131, cioè la Niva a 5 porte.

Solo il 20 giugno 1994 la fabbrica russa GAZ ha finalmente avviato la produzione della «famiglia» di veicoli commerciali leggeri «Gazelle». Di tale famiglia fanno parte anche i minibus che a partire da allora vengono utilizzati anche in qualità di ambulanze russe. La GAZ è riuscita a organizzare la loro produzione realmente massiccia (dunque non si percepisce più il deficit di ambulanze in Russia), ma i medici russi si lamentano costantemente di un grosso difetto: le ambulanze GAZ Gazelle sono molto strette e scomode dentro.

Spero, allora, di avere prima o poi l’occasione di raccontare di un nuovo modello. Anzi: non solo nuovo, ma anche migliore.
Mentre per ora concludo il mio lungo racconto sulle ambulanze russe, sovietiche e russe. Sicuramente riuscirete ad approfondire le vostre conoscenze sui singoli modelli menzionati.