Per alcuni mesi avevo vissuto nella convinzione che Sondrio fosse l’unica città lombarda importante che non avevo ancora visitato. Quindi ci sarei andato anche prima, ma erano le due ore di treno di sola andata a spaventarmi: chissà se mi rimane del tempo per vederla bene tutta?
Mi preoccupavo inutilmente. Da due foto – la precedente e quella che segue – potete giudicare l’estensione della città: si vedono circa tre quarti di essa.
Una persona che non ci è mai stata potrebbe logicamente pensare che il centro storico (che di solito è la parte più interessante e attraente di una città) sia quindi piccolissimo. Ebbene, secondo me Sondrio è una eccezione alla regola: le cose più belle e interessanti le ho trovate fuori dal centro.
In centro, infatti, ho trovato troppa edilizia moderna (XX secolo), mentre quello che uno si aspetterebbe da una città montana inizia più verso la periferia («periferia nord», aggiunge il mio senso di orientamento, famoso per la tendenza di portarmi sempre dalla parte opposta a quella desiderata da me).
Se ci allontaniamo dunque ancora di più dal centro, troviamo una cosa bellissima: delle strettissime vie a gradini. Alcune di esse sembrano dei passaggi privati per accedere alle ville…
…altre a prima vista nemmeno si notano:
E nella maggior parte dei casi sono strette tanto da non permettere il movimento in due direzioni opposte. In sostanza, si tratta di sentieri di montagna trapiantati in città. Da vedere.
Il piccolo castello di Sondrio del XVII secolo, situato su una banalissima collina non ha alcunché di interessante né dentro né fuori.
Lo scrivo anche perché era chiuso al 90%. Sono riuscito a vedere solamente due cortili e un piccolissimo museo. Gli unici oggetti esposti degni di interesse sono due croci cimiteriali del XVIII secolo (se io fossi un cristiano ne avrei voluta una simile sulla propria tomba):
A questo punto torniamo a esplorare la città. Proprio il giorno della mia visita era iniziata una mostra di due giorni degli artisti locali. Come è consueto per le manifestazioni del genere, ho visto alcune opere interessanti, tante opere banali e qualcuna veramente volgare.
Meno male che la gente del posto non vive solo di arte. Arte… A Sondrio c’è ancora qualcuno che noleggia i film anziché vederli su internet! Appositamente per questi strani personaggi è stato installato un grande distributore automatico. Sì, si tratta di una importantissima scoperta etnografica.
Le panchine più diffuse a Sondrio, concentrate secondo la mia osservazione in poche zone, sono quelle più scomode: troppo sensibili alla temperatura esterna e fatte di una griglia che fa male al sedere.
L’unica fontana sondriese rimasta nella mia memoria imita quella avvistata a Lecco, ma è realizzata in un modo molto meno elegante.
Il modello di cestino più diffuso è compatto, elegante e provvisto del posacenere. Approvo.
Una particolarità locale: accanto a tanti palazzi sono installate delle gabbie per il deposito dei rifiuti. È uno esempio da studiare, dato che è decisamente più bello dei sacchi lasciati in mezzo alla strada o in cortile del condominio (e si pensi pure al cambiamento nell’atteggiamento degli animali randagi).
Le rastrelliere per le biciclette private sono tantissime e tutte dello stesso tipo. Il loro unico difetto è la scarsa sicurezza: chissà quante ruote solitarie vengono estratte da esse in un mese.
Esiste anche il bike-sharing locale, simile a quello di tante altre città lombarde (per esempio Brescia e Pavia), ma con pochissime stazioni.
Sui semafori di Sondrio è bellissimo il verde per i pedoni. Oltre alla insolita forma piacevole dell’omino, è utile ad allenare la capacità di mettere velocemente a fuoco: io, personalmente, avevo combattuto contro questo semaforo per almeno 15 minuti.
La stazione ferroviaria di Sondrio merita una attenzione particolare. Prima di tutto perché la sua sala d’attesa è la più bella tra tutte quelle che mi è capitato di vedere in Italia.
In secondo luogo, lo è perché è attrezzata di un sottopassaggio moderno che solitamente si vede solo nelle grandi città (in Lombardia una cosa simile c’è solo a Milano).
Nel sottopassaggio stesso troviamo uno grande e interessante stand che illustra tutte le fasi dei lavori (svolti nel 2007): gli scavi, il «sollevamento» dell’edificio, il ritrovamento di una bomba della Seconda guerra mondiale etc.
Questa è la Sondrio che ho trovato. Chi sostiene che bisognerebbe fotografare solo le chiese e i monumenti vari (come se le città fossero dei musei) vada pure su Google Immagini a contare le foto turistiche pubblicate. Io, invece, vi mostro solo il monumento dedicato agli ingegneri meccanici sondriesi.
P.S.: non ho ancora capito se Sondrio sia effettivamente una città importante.