Soncino, 2 novembre 2012

Soncino è una città giovane: il titolo di città le è stato riconosciuto solo nel 2004. Il lunedì 2 novembre 2012, però, ci ero andato per verificare quanto sia meritato un altro suo titolo: quello di uno dei «borghi più belli d’Italia». Il mio verdetto: è meritato.
La Rocca Sforzesca sembra uscita direttamente da una storia medioevale:

Ho scoperto troppo tardi, purtroppo, che da martedì a venerdì è aperta solo fino alle 12. Dicono che anche gli interni sono rimasti allo stato quasi originale.

Una buona parte della cerchia delle mura del XV secolo è ancora in piedi: circa 2 chilometri di fortificazioni con le torri e il fossato.

Nel XVIII secolo sono state abbattute dagli austriaci tutte e quattro porte medioevali. Ora al loro posto vediamo delle colonne bianche.

Pieve di S. Maria Assunta, la chiesa più importante del borgo, è bella (soprattutto dentro), ma a noi interessa per altri due motivi.

Prima di tutto, al suo interno non tutti sono uguali davanti al Signore…

… e poi perché sulla cupola ha la Madonnina molto più bella di quella milanese.

In un’altra chiesa locale hanno sbagliato a scrivere il nome della santa, la cui mummia è esposta all’interno.

Del sistema idrico-fognario medioevale ho trovato solo un piccolo naviglio e i resti di qualche mulino. Uno di questi ultimi era ben nascosto sotto un edificio una volta industriale situato vicino alla Rocca.

Il centro storico ad alcuni tratti sembra mediocre, ad altri macabro.

Ma spesso capitano dei palazzi belli.

Sotto il Portico Rosso, costruito nel XIX secolo per ospitare un mercato, ho fatto una bella scoperta etnografica. Purtroppo non ho l’abitudine di entrare senza il permesso nelle abitazioni altrui, quindi procediamo oltre.

A pochi passi da lì sorge un piccola opera a tre piani di un geometra alcolizzato.

I veri borghi, che ho trovato poco interessanti, sono in realtà pochi. Il loro aspetto è il seguente:

È interessante, invece, scoprire un tipo di cestini mai visto prima: l’idea non è male, anche se il sacchetto è stato inserito da un adetto incapace.

Davanti a un bar, poi, ho trovato uno dei posacenere più belli del mondo. Avrei una proposta: i proprietari dei locali mettano ognuno un bidone all’entrata del proprio bar o ristorante – dalla velocità di loro riempimento con i mozziconi si ricaverà l’indice di popolarità (e quindi di qualità) del posto.

Accanto all’entrata dell’oratorio S. Paolo troviamo l’installazione «I giovani e la sicurezza stradale» di Rotary Club. Il messaggio voluto non mi è giunto: forse non sono più tanto giovane ma ho visto solo una macchina distrutta (comunque, aveva gli airbag aperti: probabilmente i giovani vengono invitati a installarli sempre).

Tra tutti i negozi del centro storico che ho visto solo uno aveva i paletti antiscasso. La curiosità sta nel fatto che era un semplice negozio di occhiali.

A Soncino si aggirano non solo i ladri degli occhiali, ma pure quelli dei cartelli stradali. Sarà per questo che i nomi delle vie sono legati a ben due pali.

Il fossato del castello è protetto dai vandali da un tornello molto efficiente.

Non so perché, ma questo ufficio postale periferico mi ha fatto pensare ai paesaggi statunitensi.

Concludo dicendo che nella zone di Soncino è ancora forte il settore agricolo. A pochi passi dal centro storico si trovano delle piccole cascine responsabili di paesaggi interessanti.