Lovere, 25 luglio 2015

La fuga dall’eccezionale caldo milanese mi aveva portato, il 25 luglio, a Lovere sul Lago d’Iseo (in provincia di Bergamo). Pensavo di trovare una classica località turistica-balneare perfettina, e invece no: è proprio bella da vedere anche per le persone che viaggiano con lo scopo di studiare le città e non le spiagge.
Lovere ha delle belle piazze sul lungolago…

… e delle piccole ma altrettanto belle piazze nelle zone lontane dall’acqua.

Anche le vie medioevali sono belle da girare. Le loro numerose salite e discese non sono sempre facili da affrontare sotto il sole battente estivo, ma, per fortuna, anche le zone d’ombra sono frequenti.

La posizione collinare del centro abitato ha comunque costretto gli architetti locali a delle scelte abbastanza curiose. La facciata del duomo di Lovere, per esempio, è alta la metà del lato posteriore. Il portico dell’ingresso è costruito sopra una scalinata con una pendenza di circa 30 gradi.

Ma pure per gli edifici più moderni sono state adottate delle scelte interessanti.

Sì, è proprio vero: Lovere è il paradiso degli architetti creativi. L’ospedale cittadino, per esempio, sembra un carcere.

In varie zone del territorio comunale, pure in centro, si notano di frequente le ville private abbandonate. Non sono tante come a Treviglio, ma neanche poche. Spero che la specificità turistica di Lovere favorisca il loro tempestivo recupero: per ora non sono in condizioni critiche.

Il titolo di «Uno dei borghi più belli d’Italia» è da considerare meritato. Ma dobbiamo precisare subito che è stato meritato dagli antenati degli abitanti attuali. Questi ultimi, invece, non sono nemmeno capaci di realizzare e fissare un cartello in un modo esteticamente piacevole.

Ogni grata, anche se installata su una costruzione religiosa, rimanda la mente alla tematica carceraria.

E meno male che Lovere è pieno di piccoli dettagli antichi da scoprire… Mi sembra poco credibile che in questo specifico caso l’anno di costruzione sia il 1793, mentre l’«ammenda da 1000 a 5000 lire» spingerà i nostri nipoti allo studio della storia economica.

La cassetta postale italiana più antica che io abbia mai visto è presente a Lovere in numerosi esemplari. Preciso che non si stratta di una casella privata (come potrebbe sembrare dalle dimensioni e dalla posizione murata) ma di quella pubblica, cioè fatta per le spedizioni.

La casella postale americana è stata adattata alla realtà e alla modalità di utilizzo italiane.

L’ingresso del Municipio sembra la porta verso un mondo diverso. Sarà il paradiso dei burocrati? Boh…

Il lungolago di Lovere è diviso in più tratti, ognuno dei quali porta il nome di qualche personaggio storico.

La divisione in tratti consiste nella diversificazione dell’arredo urbano. Il più bello tra i presenti è sicuramente questo:

Un altro tratto del lungolago da aspetto particolare si caratterizza per un alto tasso di cementificazione e i cestini che a prima vista sembrano dei cassonetti per la spazzatura interrati.

Su altri tratti del lungolago troviamo delle semplici panchine di vari modelli.

Solo in un punto ho visto delle panchine particolari, simili a quelle viste in un parco di Crema.

Le rastrelliere per le bici non hanno alcunché di particolare tranne la scarsa sicurezza.

Ma è scorretto parlare solo della terraferma e trascurare il fatto che Lovere si trovi quasi «in cima» al Lago d’Iseo.

Le gru del porto locale sono di una bellezza incredibile. Una, addirittura, sembra una torre di controllo in miniatura.

I proprietari delle barche un po’ più povere risparmiano, utilizzando per il parcheggio sicuro dei contrappesi in cemento.

Chi non ha una barca propria, può utilizzare i trasporti pubblici per raggiungere i paesi vicini.

Non so dire molto sulla qualità del servizio, ma almeno le fermate sono comode e coperte.

Chi preferisce spostarsi via terra può prendere l’autobus da o per Bergamo (relativamente frequente).

Di quelli che si spostano con le proprie gambe via acqua ho visto solo i cigni… Quelli di colore grigio non mi è mai capitato di vedere prima.

Di creature che si spostano con le proprie gambe via terra ce ne sono tante. Ma, stranamente, quasi tutti i marciapiedi di Lovere sono fatti in questo modo:

E le strisce pedonali sono disegnate su uno sfondo blu e non rosso.

Alcuni cestini hanno un aspetto veramente strano.

Accanto a un cestino di modello molto diffuso in Italia (si vedano, per esempio, MantovaManerbio) ho notato un oggetto rarissimo: un grande posacenere autonomo. L’unica città in cui mi è capitato di vedere un miracolo analogo è stata Treviglio.

Alcuni dei comunissimi cestini, però, sono dotati dei sacchetti per la raccolta degli escrementi canini: solo a Lovere ho visto questa utilissima modifica.

Ma lo studio dei cestini non mi aveva deviato dalla ricerca delle particolarità locali di altro genere. La fossa sopraelevata in cemento dipinta di grigio serve per l’irrigazione dei vasi del verde pubblico con l’acqua piovana raccolta dai tetti della via:

Beh, gli ingegneri di Lovere ne sanno tante!