Mede (in provincia di Pavia) è una di quelle località, la cui esistenza mi era totalmente sconosciuta fino al loro casuale avvistamento sulla mappa. Il cerchio accanto al nome era sufficientemente grande per indicare un posto meritevole della mia visita. Non avrei mai ragionato in questo modo se non sapessi ormai che pure i piccoli paesi di provincia possono riservarci tante sorprese.
Per esempio, non avrei mai immaginato di trovare, in un paese con meno di sette mila abitanti, l’architettura monumentale più adatta a una città medio-piccola.
Oppure un Municipio bello e relativamente grande. Lo stile ricorda un po’ le stazioni ferroviarie delle piccole città lombarde, ma l’edificio è comunque bello.
In poche altre città del mondo, comprese quelle più importanti, la biblioteca comunale ha la sede in un palazzo di simile età.
Parlando della architettura di una città o di un paese italiano, non possiamo non menzionare le relative chiese. Le chiese di Mede sono numerose, spesso interessanti fuori e sempre inaccessibili per essere studiate dentro. Ma spero che sono io ad avere sbagliato l’orario della visita.
La Polizia Locale di Mede si è appropriata di uno dei palazzi migliori del centro storico e di tutto il paese.
So già che non tutti i loro colleghi milanesi sono dei campioni di onestà, ma spero che Mede sia stata più fortunata con le proprie forze dell’ordine. Io, intanto, avevo pensato di … ehm … approfittare del loro bagno pubblico (situato nello stesso palazzo), ma era chiuso a chiave. Peccato: i locali così utili sono ingiustamente rari nelle città italiane.
Ma torniamo alle materie di più alto livello culturale. A quanto pare, una volta a Mede era presente un vero castello, del quale oggi rimane solo il maschio. Purtroppo, però, non è possibile avvicinarsi o vederlo meglio di così: è circondato da vari palazzi e giardini privati. Anch’io vorrei avere un monumento del genere nel proprio giardino!
La maggior parte del centro storico – naturalmente di superficie molto ridotta – è fatta di palazzine piccole e basse, giuste per un piccolo paese che vorrebbe tanto sembrare una città.
Leggermente fuori dal centro storico è facile notare delle grosse ville private che per poco non sembrano abbandonate: qualche piccolo intervento alle facciate risolverebbe il problema.
E poi ci sono delle grandi ville in uno reale stato di abbandono. Non tantissime, ma ce ne sono.
Ci sono pure delle case abitate, ma ridotte peggio di quelle abbandonate.
E delle case la cui costruzione non è nemmeno stata terminata.
Escludendo il centro storico, la maggior parte di Mede è divisa in due parti di dimensioni più o meno uguali. La parte un po’ più vecchia è tutta così:
L’altra metà di Mede, quella un po’ più nuova, è fatta tutta così:
Ma non sono le dimensioni degli edifici a determinare lo status paese/città di un centro abitato. A Mede lo status del paese è codificato nello stile di vita della gente: tante abitazioni private sono circondate da orti e non da giardini.
Ma Mede avrebbe potuto essere una bella e tranquilla città piena del verde pubblico.
Infatti, nel territorio comunale ho trovato un parco pubblico sorprendentemente ben curato e attrezzato. Non so se in un posto molto frequentato sia possibile mantenere questa qualità del prato… E non riesco a capire perché il parco in questione è aperto solo dal 1 marzo al 31 ottobre.
Lo stadio calcistico di Mede mantiene ancora lo stile degli anni ’20 del XX secolo.
L’arredo urbano è di una buona qualità ma è diffuso in una insufficiente quantità: le panchine vanno ricercate.
Mentre i cestini sono diffusi e di una grande varietà di modelli. Il modello più curioso (mai visto, quindi da aggiungere alla mia collezione) è sicuramente questo:
Alcune caditoie stradali del centro storico sono gigantesche.
I cestini speciali per gli escrementi dei cani sono, in generale, molto rari in Italia e abbastanza diffusi a Mede.
Solo a Mede ho visto un cancello girevole (automatizzato) che limita accesso alla ZTL del centro.
Ma nonostante tutto quello che ho scritto fino a questo punto, devo constatare che Mede fa l’impressione di una logorata e noiosamente tranquilla provincia, dove gli abitanti non hanno altro da fare che stare a casa e sognare davanti a un televisore. Le vie e le piazze sono quasi vuote, i pochi passanti non hanno mai fretta, c’è chi spera di attirare gli alieni per farsi dare un passaggio verso un mondo migliore.
Ma coloro che sanno di dover partire con le forze proprie e verso le destinazioni terrestre, possono semplicemente lasciare la propria bici vicino alla stazione ferroviaria…
… non farsi ingannare dalle condizioni estetiche della stazione (è operativa!) e aspettare il treno all’unico binario esistente. Per il treno giusto bisogna aspettare fino a un ora, dato che a Mede passano solo quelli per Pavia e Alessandria.
Nell’attesa è possibile lasciare un ultimo messaggio alla amata Patria.
E per farsi passare l’amore in questione, basta entrare nell’edificio della stazione e farci un breve giro.
Ma ecco che arriva il treno di ben due carrozze.
Il controllore viaggia nella cabina del macchinista e, uscendo durante le soste alle fermate, lascia aperta la porta: tanto qui non ci sono dei terroristi-dirottatori.
Dietro al finestrino scorrono dei paesaggi da copertina di qualche album inedito dei Pink Floyd.